Perché curarsi in gravidanza

Un quesito basilare, in termini di garanzia ed efficienza, è se sia possibile trattare pazienti in stato di gravidanza in piena sicurezza.
La risposta è da ricercarsi all'interno delle Linee Guida del Ministero della Salute: non solo è possibile, ma anche raccomandabile all'inizio del terzo trimestre.



Una ricerca condotta sul rischio primario del parto prematuro nel 1996 ha accusato in primis la malattia parodontale. A ciò è seguita una serie di indagini clinico-scientifiche, le quali hanno confermato un legame diretto tra parodontite e peso scarso del nascituro, lesioni e rotture di membrane, ritardo di crescita intrauterina e aborto spontaneo.

La causa è ormai accertata, e va ricondotta ai batteri che producono una varietà di mediatori infiammatori chimici.

Una scoperta scientifica del 2010 ha dimostrato che una specie batterica che è originata dal biofilm parodontopatogeno gengivale della madre, e passato alla placenta e al feto, è in grado di generare un processo infiammatorio acuto e, in seguito, la morte endouterina del feto.

Appare necessario, quindi, non rinviare cure dentali durante questo periodo.